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Davide Tarasconi

 

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Davide Tarasconi

Prima di partire per un viaggio cos’è che non deve mai mancare nel tuo zaino?

Lo zaino è un elemento fondamentale, per il quale ho peraltro un malsano feticismo. Ma, lavorando da molto da casa, sceglierò un oggetto che non manca comunque in ogni situazione: una borraccia con l’acqua. Per ricordarmi di fare pausa ogni tanto; per non dimenticare che il mio benessere fisico influenza direttamente come sto mentalmente; per confermare che ci sono buone abitudini che si possono mantenere nonostante il lavoro…

Racconta l’esperienza che hai vissuto — non necessariamente in ambito professionale — che ti ha trasformato maggiormente e perché.

Essere cresciuto circondato da genitori e famigliari estremamente dediti a lavori umili, faticosi e che occupavano buona parte della giornata e della vita. E anche essere il più grande di tre fratelli. Mi ha aiutato a capire l’importanza di provare piacere nel lavoro che faccio, e che il lavoro che faccio e come lo faccio non riguarda solo me ma anche, e soprattutto, chi mi circonda.

Elenca tre valori su cui basi il tuo agire e la tua vita.

  • Rispetto: rispettare le persone sempre, anche e soprattutto quando non le capiamo. C’è sempre un perché in ogni comportamento, anche nel più irrazionale e incomprensibile.
  • Riconoscimento: quando “prendo in prestito” un’idea, una nozione, un suggerimento, uno strumento, è giusto riconoscere sempre chi ce l’ha fornito. È un regalo senza prezzo, e non si impara mai se non si condivide quello che sappiamo. Riferirsi sempre a chi ci ha fatto questo regalo mi pare il minimo.
  • Coraggio: di dire di no, di dire quello che pensiamo, di non fare o dire sempre e solo quello che gli altri si aspettano da noi.

Qual è la cosa che ti piace di più del tuo lavoro?

Ho più tempo per pensare e penso meglio: quindi lavoro meglio, ho strumenti migliori e prendo decisioni migliori, anche per la mia vita personale, non solo quella lavorativa. Non è poco.

Quale episodio legato alla tua professione vorresti che tutti conoscessero. Come mai pensi possa essere d’aiuto ad altri colleghi e perché?

Il mio primissimo lavoro estivo, in fabbrica, a 16 anni: per due giorni non ho fatto altro che forare con un trapano 800 corone metalliche. Ho avuto tante esperienza lavorative in fabbrica, prima di iniziare a seguire un percorso di lavoro che implicava “non sporcarsi le mani”. Ogni tanto inserisco, apposta, nel mio lavoro di tutti giorni attività volutamente noiose o ripetitive che potrei magari far fare a qualcun altro. Nella mia ricerca del lavoro ideale mi sono accorto che ogni tanto si diventa presuntuosi e si pensa che non ci sia valore in un certo tipo di attività che preferiamo evitare o delegare.

Aggiungi un aneddoto personale, di quelli che metteresti in fondo al CV — o all’inizio, dipende dai punti di vista — sotto la voce hobby e interessi.

Una volta ho vinto una partita di basket con un tiro da 3 all’ultimo secondo, alla fine di un tempo supplementare, con due difensori addosso. Nello spogliatoio, invece di festeggiare, ho rimproverato i compagni di squadra perché avevamo giocato male e ci saremmo potuti benissimo evitare la mia prodezza. Se “giochiamo” insieme, devi sapere che accetto la sconfitta, ma vincere non basta: mi interessa anche “come”.