chi siamo
Quando mi muovo per trasferta o altro, ho sempre un libro da leggere nei momenti di pausa. Non è detto che poi lo legga, ma c’è sempre.
Racconta l’esperienza che hai vissuto — non necessariamente in ambito professionale — che ti ha trasformato maggiormente e perché.
La mia vita professionale e le numerose esperienze di volontariato sono rimaste separate per un lungo periodo. Il vero passaggio è stata la scelta di diventare freelance prima e poi imprenditore, perché ho potuto decidere di specchiare le due vicende, intrecciando valori ed esperienza. La scoperta di Agile, con la centralità della persona e il suo contributo unico e irripetibile, la dimensione del gruppo, l’interazione tra le persone, ha reso questo intreccio molto plastico e concreto.
Elenca tre valori su cui basi il tuo agire e la tua vita.
In realtà faccio diversi lavori: direi che l’elemento che mi piace e che li accumuna è vedere realizzata un’idea. Vuol dire pensarla, darle forma, aggregare persone, cambiare direzione, raggiungere un obiettivo dopo l’altro, accorgersi che il gruppo è protagonista e poi dire insieme: done!
Quale episodio legato alla tua professione vorresti che tutti conoscessero. Come mai pensi possa essere d’aiuto ad altri colleghi e perché?
“Perché non provi?”: questa frase pronunciata da altri quando mi si presentava una possibilità ed ero riluttante ad affrontarla. È stata pronunciata almeno tre volte da colleghi o capi ed è stata l’inizio di una svolta importante. Perché non provi?
Aggiungi un aneddoto personale, di quelli che metteresti in fondo al CV — o all’inizio, dipende dai punti di vista — sotto la voce hobby e interessi.
Nel 2016, all’interno dell’Italian Agile Movement non c’era nessuno che intendesse prendere le redini dell’associazione. Ne parlai con alcuni colleghi e da lì ha preso inizio una nuova avventura, come Presidente dello IAM.