Cosa rende grande un Product Owner?

Cosa rende grande un Product Owner?

Chi è il Product Owner?

Una breve introduzione

La Scrum Guide recita: 

Il Product Owner è responsabile nel massimizzare il valore del prodotto risultante dal lavoro svolto dallo Scrum Team. Come questo venga fatto può variare molto dall’organizzazione, dagli Scrum Team e dagli individui.

Quindi, i requisiti principali di un Product Owner possono essere riassunti in tre punti:

  • la possibilità di delegare delle attività, ma per le quali ne resta l’unico responsabile.
  • la necessità che tutti rispettino le sue decisioni.
  • la necessità che tale ruolo sia ricoperto da una singola persona e non da un gruppo.

Il ruolo del Product Owner acquista e mantiene senso e valore solo se considerato in relazione ad altri due ruoli importanti del framework Scrum: il Dev Team (un gruppo, dunque una pluralità in contrapposizione alla individualità del Product Owner) e lo Scrum Master.

framework scrum

 

Il Product Owner efficace 

Ma da cosa dipende l’efficacia di un Product Owner?

Aiutiamoci con una metafora: la clessidra.

La clessidra è un oggetto in vetro trasparente, formato da due contenitori a forma di “coni” che si incontrano ai rispettivi vertici. Il fine è far passare la sabbia da un cono all’altro. 

Immaginiamo, dunque, che ad ogni parte e funzione dell’oggetto, corrisponda una parte e funzione della Product Ownership:clessidra PO

  • il contenitore in alto corrisponde agli stakeholder, che non sono implicati direttamente nella produzione, ma hanno interesse che il prodotto abbia successo;
  • il contenitore in basso, invece, rappresenta il Dev team, che ha la responsabilità realizzativa del prodotto;
  • la piccola ”apertura” centrale che collega le due parti, infine, rappresenta il Product Owner, che ha il compito di far scendere le richieste degli stakeholder (in alto) in modo cadenzato verso il team (in basso), isolando gli elementi essenziali e utili alla realizzazione di quel prodotto.

 

Le caratteristiche di un Product Owner efficace

Per rispondere, elenchiamo le prime caratteristiche del Product Owner efficace.

  1. Ha una visione chiara del prodotto: la visione, in un ambiente organizzativo sano, è collegata con le strategie aziendali; anzi, spesso vi è una correlazione tra la visione del Product Owner e gli obiettivi aziendali. Il suo scopo è tradurre la visione in elementi di valore per l’organizzazione.ecosistema PO
  2. Cura la comunicazione: tra gli stakeholder (solitamente interni, che portano indicazioni), il cliente (il quale può essere presente in azienda, creare relazioni e condividere richieste; così come essere lontano o addirittura assente e, dunque, coincidente con il mercato), l’organizzazione e il team (che è il principale destinatario della comunicazione e il cui operato è direttamente influenzato dall’efficacia della comunicazione stessa).
  3. Possiede una ricca cassetta degli attrezzi, che consta di 3 “scomparti”: la vision; la gestione del backlog; la scrittura del backlog.

I superpoteri del PO

Dunque, se quelli espressi sono gli elementi che rendono efficace la product ownership, quali sono gli elementi che rendono grande il Product Owner? Tra il serio e il faceto, ci spingiamo a immaginare il PO come un supereroe con i suoi indispensabili superpoteri.

Un grande Product Owner deve quindi avere i seguenti superpoteri.

team PO

  1. Saper esaltare e valorizzare il team: solo attraverso un team ben organizzato (anzi, autorganizzato), competente e coeso il Product Owner potrà raggiungere i suoi sfidanti obiettivi;
  2. Saper applicare l’approccio iterativo e incrementale: molto spesso, infatti, non si utilizza un reale approccio iterativo e incrementale, bensì un metodo che definiamo “waterfall iterativo”: approccio iterativo e incrementale POsi prosegue per step, ma il prodotto non viene rilascio ad ogni iterazione, bensì una sola volta e solo alla fine.Si passa quindi da un approccio in cui si sviluppano i singoli pezzi sperando che tutti si integri facilmente (per rimanere solitamente delusi), ad un approccio iterativo e incrementale in cui si traccia prima uno schizzo di fondo e poi, attraverso successive passate, si affina l’intero prodotto, mantenendo sempre alta l’integrità complessiva.
  3. Saper utilizzare il feedback: si tratta di uno strumento potente che rende reale e concreto l’approccio incrementale. E’ infatti indispensabile avere la conferma (o la smentita) che ciò che stiamo facendo va nella giusta direzione. Ricordiamo che il singolo feedback non è un “comando” bensì un suggerimento che il PO deve attentamente soppesare.
  4. Saper mantenere un backlog ridotto al minimo. “Backlog” in inglese vuol dire “arretrato”: un backlog “semplice” e “piccolo” dovrebbe infatti contenere in forma dettagliata solo ciò che verrà fatto nei prossimi due o tre sprint; il resto dovrebbe rimanere ad uno scarso livello di approfondimento: esso sarà oggetto deibacklog PO refinement successivi per essere “pronto” solo quando si avvicinerà la realizzazione di quelle parti.
  5. Saper dire di no! Accogliere nel backlog un gran numero di richieste senza fare un filtro preliminare non è una buona idea. Mettere in coda al backlog cose che sappiamo già che non faremo genera frustrazione nella persona che le ha richieste e genera delusione nel team, per non aver completato tutte le attività.
    Ciò non significa che le stories saranno escluse in modo definitivo, ma che potranno essere riprese in un futuro, a tempo debito, o quando saranno più coerenti con le attività del momento e soprattutto quando qualcuno sentirà la necessità di riproporle.

 

Conclusioni

I superpoteri che abbiamo raccontato sono elementi che danno una importante sferzata all’efficacia del Product Owner. Un grande Product Owner deve saperli adoperare anche se sappiamo che spesso il contesto non è il più adatto per applicarli come si vorrebbe.

 

PO grande

In questo articolo, ne abbiamo analizzati solo 5, secondo una nostra personale esperienza. 

Ma quali sono, secondo la tua esperienza professionale, i superpoteri del Product Owner?

 

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