#play14. Quinta edizione
22 Settembre 2022

Si è conclusa sabato, 17 settembre 2022, la quinta edizione italiana del #play14, l’unconference dedicata al serious gaming (e non è uno scioglilingua): due giornate durante le quali il gioco è vero protagonista e strumento di apprendimento, condivisione, crescita, analisi, divertimento, scoperta.
Dopo tre lunghi anni di stallo causa pandemia, circa 130 persone tra vecchi e nuovi partecipanti e organizzatori si sono riuniti presso il FutureLab, eccentrica ed elegante location sui colli bolognesi, che già aveva ospitato l’evento nella sua quarta edizione; immersa nel verde e nel silenzio, è il luogo ideale per ispirare creatività, ascoltare le emozioni e vivere insieme questa esperienza!
Un’edizione particolare, singolare, importante…per svariati motivi.
Un po’ per l’energia quasi incontenibile che ha fatto da padrona in questi giorni, liberata dopo questi anni di attesa.
Un po’ per l’anima internazionale che si è diffusa in ogni angolo e che ha toccato ogni cuore. Anima che è stata nutrita anche dalla presenza di un nostro collega del team UK, arrivato direttamente dal Messico (è stato bello incontrarsi dal vivo!)
Un po’ per la presenza di tanti volti nuovi e, da qui, per le forti relazioni che sono andate creandosi!
Per molti, infatti, si è trattato della prima volta al #play14; per altrettanti, ad un’unconference vera e propria. Il momento del loro battesimo è stato un’occasione per ricordare dettagli importanti di questa tipologia di evento e della sua struttura.
Vuoi scoprirli anche tu? Leggi l’articolo pubblicato sul nostro blog e visita la sezione “Perché partecipare” sul sito ufficiale Play14 Italia.
Non hai tempo o voglia di ascoltare? Non preoccuparti, passa a trovarci su Spotify: segui il Reloaded Podcast di Agile Reloaded e ascolta la puntata dedicata al #pla14.
Le prime ore dell’unconference: la mascotte del Play14!
Giovedì 15 settembre 2022. Sono le 17 meno qualche minuto e i primi partecipanti iniziano ad arrivare, accolti dallo staff di Agile Reloaded ancora in balia degli ultimi preparativi e indirizzati al banchetto delle registrazioni: nome, cognome, maglietta, adesivo e “Benvenuti, buon divertimento”.
La fase di accoglienza ha proseguito per circa un’oretta e mezza (130 invitati, in effetti, non sono poi così pochi!), mentre parallelamente una serie di attività di icebreaker intratteneva chi già si era adagiato su un banchetto o in mezzo al prato!
Ore 18:30, ci siam tutti e possiamo iniziare! Il pomeriggio ha proseguito con il battesimo dei nuovi volti, dunque un giro veloce di richiamo alle principali regole e principi dell’unconference, per poi concludersi con il primo gioco sociale: la mascotte del #play14, grazie al quale i partecipanti hanno avuto modo di testare e condividere, fin da subito, capacità di team working e di coopetition.
Durante il primo giorno, dunque, le persone hanno dedicato il loro tempo alle presentazioni, per conoscersi, entrare in confidenza e comprendere cosa stesse accadendo. Sono i momenti più importanti questi, in cui va a crearsi un clima informale, rilassato, di condivisione, di collaborazione e di fiducia reciproca.
Secondo giorno: iniziamo a giocare!
Venerdì 16, ore 9 del mattino. “Buongiorno e accomodatevi”, perché è con il secondo giorno che le cose iniziano a farsi serie: giungiamo al momento del Marketplace, il luogo delle proposte e della negoziazione.
Questa occasione ha permesso di comprendere ancora di più la forza coinvolgente dello spirito del Play14.
Già durante la quarta edizione del 2019 qualcosa stava cambiando: il pubblico si stava rinnovando e accanto a decennali agilisti che utilizzano il serious gaming quotidianamente nelle loro attività di coaching, avevano iniziato a partecipare professionisti di altri settori.
Nell’edizione di quest’anno, tale dinamica non ha fatto che rafforzarsi: tra i nuovi, molti sono stati i giovani coach o i nuovi scrum master o agilisti neoassunti, così come tante sono state le persone provenienti da mondi lontani da quello dell’agilità.
Al marketplace hanno preso parte tutti: sia nuovi che vecchi, chi con un pizzico di timidezza, chi attraverso sketch comici, i partecipanti hanno condiviso le loro idee di attività di serious gaming e il tabellone ha iniziato a colorarsi.
Il #play14 era ufficialmente iniziato!
A cosa abbiamo giocato?
Le attività di serious gaming proposte durante la seconda giornata di evento sono state innumerevoli; le riportiamo tutte e ne approfondiamo alcune.
- Le 10 corde. Un gioco focalizzato sulle dinamiche di team.
- Wind Pass. Un’attività che approfondisce il tema della gestione del tempo libero.
- Welcome to Legoland. Attraverso l’utilizzo di lego e organizzati in squadre, questo gioco è utile per allenare abilità di storytelling, public speaking, conversazionali, di ascolto e di sincronizzazione con il contesto circostante.
- Un leader a colori. Questo serious game ha come obiettivo quello di far comprendere come un leader può e deve indossare diverse vesti (colori) a seconda delle realtà aziendali e di team in cui si trova ad operare.
- SòRiso. Un gioco dinamico focalizzato sulla gestione degli obiettivi, sulle dinamiche di team, sulle richieste del cliente e sul miglioramento continuo. L’attenzione è tutta sul ruolo del team, dei leader e sulla relazione che si instaura tra questi. Inizialmente non vi è dialogo tra i leader e i loro team, che di conseguenza proseguono il lavoro in modo meccanico, ripetuto, senza sapere in che direzione andare.
Ma cosa accade quando i leader iniziano a condividere gli obiettivi con il team? - Imprò. Una serie di giochi ed esercizi presi dal mondo dell’improvvisazione teatrale per allenare la cooperazione e fare team building.
- Playfulness 101 e Working with play. “Quando si gioca, siamo capaci di esprimere noi stessi meglio che a parole”. Una serie di movimenti e di giochi per imparare ad “incorporare la giocosità”.
- Munchkin. A partire dal noto gioco in scatola in cui si sfidano gli avversari, un partecipante ha elaborato questo serious game per allenare abilità di risk management attraverso la collaborazione tra i giocatori.
- Collaborative games. Una serie di attività per stimolare la collaborazione attraverso il gioco.
Foto in alto a cura di Dimitri Favre
- Empathy toy. Attraverso l’utilizzo di uno strumento in legno, ideato da un’azienda canadese, questa attività ha come obiettivo quello di stimolare la comunicazione e l’empatia.
- Chi è di scena?. Un gioco a squadre per imparare a stare nel presente e per allenare la coopetition: quando si collabora tra team anche avversari, si riesce a raggiungere l’obiettivo con minor sforzo e maggiore velocità.
- Enneagramma. Sicuramente alcuni di voi lo conoscono. Si tratta di un gioco per sviluppare la leadership personale, a partire e attraverso la conoscenza di sé e la comprensione degli altri.
- The clinic Agile. Tre reparti ospedalieri hanno implementato processi Lean/Agile per guarire i propri pazienti.
- “Palline”. Una sessione di warm-up per allenare la capacità di concentrazione.
- Fly me to Kanban. Basato su strategia e delivery, questo serious game ha come obiettivo quello di comprendere il valore delle nostre attività quotidiane all’interno delle realtà aziendali.
- La donna sul ponte. Un esercizio di assessment che parte da una lettura di una storia per lavorare sulla negoziazione in team.
- The mind. Un’attività sul team building a partire dal famoso gioco in scatola.
- Tokyo train. Un gioco dinamico e coinvolgente, che ha come obiettivo quello di mostrare le possibili difficoltà comunicative in diversi contesti, come per esempio tra cliente – scrum master – e team, nonché di allenare le capacità organizzative.
- Giocare al teatro. Questa è stata una delle proposte dei nuovi volti, professionisti del mondo del teatro, basata su team building, public speaking e improvvisazione.
- Outsider in a big company. Un incontro su temi di organizzazione, team building, capacità di gestione delle proprie responsabilità in tante realtà.
- Liberating meetings. In modo alternativo immaginando situazioni sconvenienti, in questa attività si cercano soluzioni per ottimizzare i meeting.
- PCM game. Un gioco sulle personalità comunicative, sul teamwork, sulla gestione dei conflitti. Lo scopo è saper riconoscersi e riconoscere chi abbiamo davanti, al fine di costruire dialoghi costruttivi anche situazioni di distress.
Uno specifico articolo sarà dedicato all’approfondimento di questo gioco. - Story Leading. Tra le coaching application più innovative, è un “gioco” di carte per migliorare lo storytelling della propria leadership.
- Count on the team e Blind Square. Giochi di squadra – il secondo eseguito “alla cieca” – per allenare le abilità di team working durante il completamento di un progetto.
Tra le proposte e per la prima volta al Play14, anche Coaching Corner: la possibilità di sperimentare l’efficacia del coaching in mezz’ora, con soli 0,50€, attraverso sessioni individuali guidate da 5 esperti agile coaches del team Agile Reloaded.
L’idea è nata come un gioco, una provocazione divertente, risultando in realtà in un grande successo: al Play14 i ritmi sono abbastanza serrati, eppure il primo giorno sono stati in diversi ad assaggiarlo e altrettanti a richiederlo per il giorno successivo.
La seconda giornata si è conclusa con una coinvolgente quanto estenuante sessione di Human Bingo, un gioco sociale proposto dagli organizzatori, seguito da una serie di fantastici ice breaker (sia benedetto il catering della cena!).
Terzo giorno: il cielo piange ma noi non demordiamo.
Sabato 17, ore 9 del mattino. “Buongiorno, anche se non proprio buon”: occhi al cielo, il primo pensiero è stato “ma non era venerdì 17?”.
La voglia di giocare, però, era forte, consapevoli che tutto stava per giungere a termine.
Organizzati tra gli spazi interni della location, tra arredi degli anni ‘30 e oggettistica senza valore, ogni proposta è stata accolta e presenziata!
A cosa abbiamo giocato?
- Basta farlo. La via del marzialista perduto. Una “sessione di Taekwondo“ con due invitati esterni esperti della pratica, per imparare a riconoscere e utilizzare il lottatore e il guerriero insiti in ognuno di noi.
- Filo di Arianna. Gioco di gruppo per allenare le abilità comunicazionali, imparare ad ascoltare più che guardare, fare team building.
- Fuori dal tunnel. Serious game basato sulle iterazioni, la creatività, il lavoro di squadra e la capacità sia di valutare, sia di raggiungere un alto grado di efficienza.
- Magic Stick. Un team e un’asta poggiata sulle dita da portare verso terra, insieme. Cosa può andare storto? Un gioco ideale per iniziare una retrospettiva o una sessione di facilitazione, stimolando la comunicazione e facendo emergere le dinamiche di team.
- Paint the Story Point. Un gioco per allenare la capacità di valutare un progetto e di suddividerlo in piccole parti, per velocizzarne il completamento.
Requisito importante: saper colorare bene.
Uno specifico articolo sarà dedicato all’approfondimento di questa attività e del tema degli user story points. - Failure Toy. Sulla scia dell’Empathy Toy, è un gioco per confrontarsi con il tema del fallimento e farlo diventare un’opportunità per aumentare la resilienza.
- Cervelly. Un’attività focalizzata sul team working e sulla capacità di riconoscere le responsabilità e l’importanza dei diversi ruoli in un’azienda.
- Core Quadrant. Un serious game unico e stimolante per conoscere se stessi e gli altri attraverso l’utilizzo di un mazzo di carte “particolare”.
- Game Anatomy. Una sessione “teorica” in cui lo speaker ci ha raccontato cosa è un serious game, come si struttura, come si facilità e soprattutto come si conduce il debrief.
- Manifesto del gioco. Un altro gioco sul gioco (anche qui, non è uno scioglilingua): 10 regole, ma l’ultima doveva venire da te!
- Quanto tempo ci vuole? Un’attività sulle stime e sul processo.
- Commuting. Un gioco sulla leadership e sul lavoro di squadra.
- From pencil to brush lettering. Che sia in ambito di facilitazione, di sketch noting o altro, la calligrafia aiuta a veicolare il messaggio. Ilworkshop ha come obiettivo migliorare la propria calligrafia e conoscere le basi della tecnica del brush lettering.
- Sweet surrender. Serious game dove si affrontano temi di teamwork, di team management, di leadership e di pianificazione.
- Cat food. Titolo interessante. Questa attività proposta da due partecipanti olandesi ha come scopo quello di far comprendere come poter introdurre e valorizzare elementi esterni (in questo caso, il cibo per gatti) all’interno di un’organizzazione.
- Agile Grammelot. Un gioco in cui si simula, con un approccio role-play, la dinamica di lavoro in un team che voglia applicare un approccio iterativo e incrementale.
- The Voice. Proveniente dal mondo del teatro, indica essenzialmente una forma di gioco verbale, utile per allenare skills comunicative e di public speaking.
Durante l’ultima giornata di #play14, tutti i presenti, organizzatori compresi, sono stati intrattenuti in una “sessione di Taekwondo” di gruppo: non una lezione di arti marziali, bensì un incontro di riflessione. I due professionisti appositamente invitati hanno condiviso insegnamenti e movimenti provenienti dal mondo delle arti marziali e fatto sperimentare, così, il senso di fiducia nell’altro, la capacità di ascolto del proprio corpo e del corpo del proprio compagno; riflettere sulla relazione tra le persone.
Il tutto, in un piccolo spazio di tempo ritagliato tra un’attività e l’altra: perché nonostante la stanchezza e le prime ripartenze, non è mai venuta meno la voglia di giocare fino all’ultimo secondo.
Questo è #play14!
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