Scrum & Rugby
4 Ottobre 2023

Un titolo provocante per aprire l’articolo di un blog sull’agilità.
E se vi dicessimo che, in realtà, questi due mondi non sono poi così distanti?
La connessione tra Scrum e il rugby
Sia Scrum che il rugby – gli All Blacks in particolare – si basano su una cultura molto forte, volta a creare team di individui pronti a farsi valere per il raggiungimento di un obiettivo comune. Questo significa che tali gruppi sono formati da leader umili, al punto tale da rendersi disponibili ad aiutare gli altri anche per piccoli task, quando necessario. Queste persone potrebbero essere i vostri colleghi sviluppatori che aiutano i tester, i tester che aiutano gli analisti e tutte quelle figure che si mettono a supporto degli altri.
[Sicuramente stiamo parlando di dinamiche di gruppo poco comuni, ma qualora doveste sperimentarle, in quel caso vi trovereste davanti ad un vero team di lavoro].
James Kerr in “Legacy. What The All Blacks Can Teach Us: 15 Lessons in Leadership” scrive così, riportando quanto detto da un coach di rugby:
Se crei una cultura più forte di quella dell’opposizione, vinci. Quindi anziché essere ossessionato dal risultato, concentrati sul team. […] Perché la questione non è quanto ognuno performi bene, ma quanto bene loro lavorino insieme. Concentrati sull’ottenere la giusta cultura; i risultati seguiranno.
Ma come si collega questo discorso a Scrum?
I valori nel rugby
Sia in Scrum che nel rugby non si può giocare senza un team funzionale.
Nel rugby, anche il miglior giocatore al mondo non potrà mai vincere senza il supporto della propria squadra: solo quando il team si muove nel campo come un’entità singola si vede crescere il punteggio; solo quando i giocatori si divertono insieme la magia avviene.
Lo stesso avviene in un team Scrum: un eccellente sviluppatore non potrà mai rilasciare la funzionalità al cliente se prima il resto del team non ha completato tutto il lavoro.
Nella realtà molto spesso avviene il contrario: proprio la persona più capace è colei che crea problemi e instaura conflitti. E sarà sempre così, finché non capiremo che “la magia” avviene solo quando le persone più competenti mettono le loro conoscenze e abilità a disposizione degli altri – come fonte di ispirazione a fare sempre meglio – e capiscono quando adattarsi al passo dei compagni. L’intero potenziale del team si esprime solo quando tutti procedono allo stesso ritmo.
Quando nel rugby si gioca in difesa, tutti i giocatori devono posizionarsi sulla stessa linea per avanzare o retrocedere insieme e non permettere alla squadra avversaria di rompere la linea difensiva. Perché ciò avvenga, il giocatore più veloce deve adattarsi al passo dei compagni.
Questa è la prima regola per giocare effettivamente come una squadra.
Per raggiungere questo livello di affinità, è necessario molto allenamento e, soprattutto, con le stesse persone. Per questo motivo, ogni qualvolta cambi un collega, è buona pratica ricominciare tutto da capo.
La comunicazione
Quando un giocatore di rugby corre verso la meta con la palla tra le mani, ovviamente non può guardare indietro e sapere se i suoi compagni lo supporteranno nell’azione. Saranno i suoi compagni ad avvertirlo con dei segni vocali della loro posizione, così da poter passare la palla nel giusto senso. Una comunicazione forte è assolutamente necessaria perché l’azione avvenga.
Questa dinamica riguardo anche un team di lavoro (e non solo Scrum): l’assenza di comunicazione crea problemi di vario genere e di diversa intensità.
La cross-funzionalità
Quando nel rugby parliamo di team cross-funzionali, ci riferiamo al fatto che ognuno ha un proprio ruolo e un proprio posto – probabilmente si tratta dello sport con la più grande varietà di tipologie di fisico tra i giocatori -.
Idealmente, ognuno dovrebbe essere in grado di sostituire l’altro, quando necessario. Ovviamente sappiamo che per la maggior parte dei casi ciò non è possibile, così come sappiamo che lavorare in un team Scrum cross-funzionale non vuol dire che ognuno deve essere dotato di tutte le conoscenze dei colleghi.
Al contrario, con il termine cross-funzionalità indichiamo una situazione per la quale, come team, vi sono tutte le competenze richieste per lavorare (per approfondire il tema, rimandiamo a questo articolo). Nonché, – come già accennato – la capacità di ognuno di essere umile al punto da mettersi a supporto dell’altro, indipendentemente da quale sia la sua competenza primaria.
I valori di Scrum
È giunto il momento di analizzare i valori di Scrum – come riporta l’ufficiale Scrum Guide – e di osservare come essi, a loro volta, emergono nel mondo del rugby.
Impegno
Quando parliamo di impegno, ciò che vogliamo rappresentare è un team che si muove nel campo passandosi continuamente la palla in modo ordinato, con una comunicazione chiara e un obiettivo in mente: raggiungere la linea di meta, metro dopo metro.
Allo stesso modo, con “impegno” vogliamo indicare un team Scrum che sposta ciascun item sulla kanban board in modo ordinato e discutendo apertamente, verso un obiettivo comune: completare lo Sprint.
Proprio come un team Scrum ha bisogno di completare una user story per considerarla “conclusa” nello sprint e contarne i punti, così una squadra di rugby ha bisogno di raggiungere la linea di meta per segnare il punto.
Rispetto
I membri di un team Scrum si rispettano vicendevolmente in quanto persone capaci e tutti rispettano l’opinione altrui. Ma dovremmo chiedere più di questo: ottenere il rispetto dell’altro è un dono da preservare nel tempo e bisogna dimostrare costantemente di meritarlo.
La cultura degli All Blacks insegna l’idea di “lasciare un’eredità”. Essere un All Black significa meritare la maglia che si indossa, essere all’altezza degli standard stabiliti e lasciare la maglia migliore di come la si è trovata: ossia, lasciare un’eredità a chi verrà dopo. E questo lo si fa essendo la versione migliore di sé.
È necessario migliorarsi con piccoli passi continui; intraprendere un percorso di miglioramento piccolo e costante.
Ci ricorda qualcosa, tutto questo?
Concentrazione
Un team Scrum deve concentrarsi sull’obiettivo, perché è ciò che c’è di più importante per il gruppo e altrettanto dovrebbe essere per ogni individuo.
Allo stesso modo, una squadra di rugby ha bisogno di focalizzare l’attenzione sul gioco in campo. E non bisogna concentrarsi solo per vincere, ma anche per sopravvivere.
Coraggio
Un team Scrum deve essere abbastanza coraggioso da aspirare alle migliori soluzioni e ad alti standard qualitativi. Deve altresì avere il coraggio di mettere in discussione ogni informazione che riceve, per comprendere se quella è davvero la soluzione giusta o se esistono opzioni migliori.
Deve sfidare il sistema in modo costruttivo.
Ovviamente, è inutile dire che per giocare a rugby è necessario essere coraggiosi. Immaginate di avere davanti a voi un muro di persone fisicamente più imponenti di te: se dubiti anche solo per un secondo di ciò che stai facendo, sicuramente ti farai male. Dunque non ti resta che fare un bel respiro, guardare i tuoi compagni di squadra e iniziare a correre, perché sai che anche loro lo faranno.
Questo è il tipo di coraggio che dobbiamo ricercare in un team: è nei momenti di paura che bisogna dimostrare di avere coraggio, sapendo che il team ti sostiene.
Un team Scrum ha il coraggio di fare la “cosa giusta” e di lavorare su problemi complessi.
Apertura
È molto importante essere aperti sia verso situazioni positive, che negative.
Un team Scrum e i suoi stakeholder devono accettare di essere aperti verso le sfide che dovranno affrontare, per poter prendere in considerazione ogni idea e ogni opzione.
Quello dell’apertura è un valore che richiede di parlare apertamente quando si commette un errore, o quando si pensa che qualcun altro del team non stia dando il meglio di sé.
Se le persone accettano di impegnarsi, di rispettare gli altri, di essere concentrate e di avere abbastanza coraggio, dovrebbero essere abbastanza aperte da riuscire ad ammettere quando questi valori non vengono rispettati, sul lavoro così come in campo.
Questo vuol dire guardare negli occhi i propri compagni e colleghi e ammettere di aver sbagliato. Far notare quando un intero team Scrum si impegna per il raggiungimento dell’obiettivo, mentre una persona no e mettersi a supporto. Evidenziare quando una squadra intera di rugby è pronta a battersi per proteggere la propria meta, ma un suo giocatore no e domandare “hai bisogno di aiuto?”.
Non si tratta di evitare di fare errori, bensì di farli e di ammetterlo apertamente; di chiedere aiuto.
Conclusioni
Pensando a molte realtà lavorative, probabilmente questo discorso potrebbe sembrare ingenuo o descrittivo di un mondo ideale. Ma ve lo stiamo raccontando perché, in certi casi, queste situazioni si sono verificate veramente.
Vi salutiamo con un commento condiviso da un membro di un team durante una retrospettiva, qualche anno fa:
So che il progetto è molto complicato e che lo sarà ancora di più nei prossimi mesi. Avremo sicuramente tanti problemi da affrontare. Ma so anche che possiamo risolverli tutti. Sono felice di venire a lavoro ogni giorno perché mi diverto con il mio team.
Il team in questione non lavora in un mondo ideale, ma in un contesto reale con problemi abituali da affrontare. Tuttavia, riuscivano costantemente a completare il loro lavoro.
Risorse aggiuntive: ascolta questo articolo sul nostro canale Spotify, Reloaded Podcast, a questo link.
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